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La Newsletter di Laura Garavini


Care amiche e cari amici in Europa,


cominciamo con una bella notizia. Di questi tempi fa bene. Nella prossima legge di bilancio verranno stanziati 130 milioni di euro per il prossimo triennio per la promozione di lingua e cultura italiana all‘estero. Il ché vuol dire che il Governo darà finalmente riscontro alla nostra richiesta di ripristinare risorse importanti per il Fondo Cultura. Quel fondo straordinario che avevamo introdotto nel 2015 con l’allora Governo Renzi, a sostegno dell’insegnamento dell’italiano all’estero. Ce lo ha anticipato pochi giorni fa il Ministro degli Esteri Di Maio, nel corso di una riunione sulla politica estera del Governo. 

Viaggiamo. Ma in sicurezza
In queste ore cambiano molto velocemente le limitazioni per l‘ingresso in Italia per chi proviene da determinati paesi. Come pure le regole dei singoli Stati stranieri che impongono la quarantena a chi arriva. Come hanno fatto di recente il Regno Unito o la Slovenia, per chi arriva dall‘Italia. Prima di metterci in viaggio, quindi, consultiamo sempre il sito del Ministero degli Affari esteri con tutte le informazioni utili viaggiaresicuri.it Mantenendo le opportune misure di sicurezza, viaggiare è possibile. E l’Europa non chiude per Covid.

Insieme ce la facciamo
Restare vicini ai propri cari, vivendo all’estero, in questi mesi è ancora più difficile del solito. Le associazioni degli italiani nel mondo stanno cercando di dare una mano, nei limiti del possibile. Ne ho parlato intervenendo in diretta al convegno dei Bergamaschi nel mondo ‘Migrazioni e mobilità. Ieri, oggi e domani’ promosso da Silvana Scandella e Mauro Rota. Insieme ad alcuni amministratori locali - tra cui il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori - ai quali ho espresso la nostra solidarietà e anche la gratitudine verso tutti coloro che si danno da fare per superare insieme questo periodo difficile. Tante persone, nelle settimane di peggiore contagio, nei comuni martoriati dal Covid hanno profuso uno straordinario impegno per evitare il peggio. E adesso si trovano di nuovo ad affrontare una sfida che si annuncia altrettanto dura. Solo insieme ce la facciamo. È il bel messaggio uscito da questo incontro.

Salvare la scuola – e usare il Mes
In questi giorni siamo chiamati al massimo senso di responsabilità. Perché il numero dei contagi aumenta di nuovo in modo preoccupante. In diversi paesi: in Europa ed anche in Italia. Da noi il Governo sta adottando scelte difficili. Scelte che come Italia Viva chiediamo di articolare in modo più mirato. Per assicurare la salute ma anche per non penalizzare eccessivamente interi settori economici che rischiano altrimenti di non risollevarsi più dalla crisi. Ma soprattutto per non chiudere le scuole. Affinché i nostri ragazzi non debbano pagare il costo più alto della pandemia. Ne ho parlato a RaiNews24 e a TV Qui Modena. Dove ho spiegato che chiediamo investimenti massicci per la sanità pubblica. Avremmo già da tempo dovuto ricorrere al MES. Cioè a trentasette miliardi di prestiti europei, praticamente a tasso zero, con i quali aumentare i posti di terapia intensiva, assumere medici ed infermieri. Con le file di ore di questi giorni per fare i tamponi e la mancanza di decine di migliaia di personale sanitario, proprio non si capisce come si possa ancora dire ideologicamente no al MES.

Puntare sulle donne, sui giovani, sulle famiglie
Sono tanti gli aspetti della nostra società che abbiamo occasione di modernizzare grazie alle risorse europee che ci verranno messe a disposizione a seguito del Covid. È un momento storico decisivo. Sta a noi sfruttarlo nel migliore dei modi. Per questo, come Italia Viva, insistiamo con ancora maggiore forza su quelli che sono i capisaldi del nostro programma. A partire dal ruolo delle donne. Dei giovani. Delle famiglie. Con il Family Act e l’assegno universale per ogni figlio, con lo smart working e i congedi parentali, realizziamo un paese più giusto. Che veda le donne ed i giovani maggiormente protagonisti nel mondo del lavoro. E preveda una distribuzione più equa dei compiti familiari. L’ho detto nel mio intervento in aula e ne ho parlato intervenendo alla costituzione di Italia Viva Svizzera.

La Brexit non ricada sugli europei
Parallelamente all’impegno contro il Covid c’è un altro versante sul quale l’Unione si trova a dover agire in maniera compatta. È quello relativo alla Brexit. Una scelta triste. Che va però rispettata e gestita al meglio. L’ho detto intervenendo in Senato: l’Europa ha pattuito degli accordi insieme al governo britannico. Accordi ai quali, però, l’attuale premier Boris Johnson sta dimostrando di non voler tenere fede. L‘ipotesi che si profili uno scenario di ‘No Deal’ è sempre più probabile. E, alla luce di tutto questo, è necessario prevedere maggiori tutele nei confronti degli oltre 700mila nostri connazionali che vivono in Gran Bretagna. Affinché non subiscano ingiuste limitazioni nei diritti e nella libera circolazione. Così come dobbiamo tutelare le aziende italiane che vivono di export. E vedono nel Regno Unito un partner importante. Le conseguenze della Brexit non devono ricadere sui nostri cittadini e neanche sulle imprese italiane.

Italia e Germania alleate nella lotta alle mafie
C’è un altro aspetto legato all’emergenza pandemia che non va sottovalutato. Non è né economico né sanitario. Ma è relativo alla legalità. Le mafie trovano terreno fertile nelle crisi. Ne sanno ricavare benefici. Per questo è  importante che proprio in questa fase la politica non abbassi la guardia contro la criminalità organizzata. In Italia come all’estero. Ad esempio in Germania, una destinazione che continua ad essere ambita per riciclare denaro. Ma grazie a nuove leggi di recente introduzione e alla collaborazione tra le autorità giudiziarie italiane, tedesche ed europee, le mafie stanno subendo duri colpi. Ne ho parlato intervenendo alla radio tedesca WDR 5 e al TG della tv pubblica tedesca Tagesschau.
 
Roma, 27 ottobre 2020
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