La senatrice intervenendo in commissione Segre per la relazione finale
Roma, 22 giu. - "La parola può ferire come una pietra. Soprattutto se è diffusa attraverso la rete. Che amplia e genera conseguenze in alcuni casi tragiche. Lo testimoniano i casi di suicidi di ragazze e ragazzi, generati in seguito a atteggiamenti persecutori nei loro confronti. Giovani che non hanno retto alle discriminazioni subite per il loro aspetto fisico o l'orientamento sessuale. Queste e molte altre storie ci convincono della necessità di intervenire a livello legislativo per individuare una cornice normativa rispetto all'hate speech. Così come emerso dalle molteplici audizioni svolte e dal lavoro di analisi e studio portato con la commissione Segre. Oltre un anno di lavoro durante il quale è emersa chiaramente la necessità di prevedere pene specifiche, sia a livello nazionale che in sinergia con l'Europa. Sviluppando parallelamente azioni di prevenzione del fenomeno e di recupero degli odiatori in rete. In maniera tale che capiscano e non ripetano.
Siamo grati alla senatrice a vita Liliana Segre, per il lavoro di sensibilizzazione civile che svolge quotidianamente e che ha ispirato anche la nostra commissione. Ed è particolarmente significativo che proprio un testo di Segre sia tra le tracce scelte per l'esame di maturità che si sta svolgendo oggi. La sua testimonianza, affidata alle riflessioni dei più giovani che si affacciano alla vita adulta, viene così consegnata al futuro". Lo ha dichiarato la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente commissione Esteri e Vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi, intervenendo in commissione contro i crimini d'odio razzismo e antisemitismo per la relazione finale.