Roma, 11 giu. - "629 persone, di cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte, raccolte al largo della Libia dalla nave Aquarius, sono il simbolo innocente e dolente della prova di forza che il Ministro Salvini e il governo Conte hanno voluto intraprendere nominalmente con Malta e indirettamente con i partner europei. In non casuale coincidenza con la consultazione elettorale amministrativa. 629 persone: vite umane, usate cinicamente come oggetto di polemica bilaterale e confronto internazionale e come pretesto di propaganda elettorale.
Da parte di forze che hanno sempre chiesto di riaffermare le radici cristiane dell'Europa al posto della sua tradizione di laicità e di libertà e che non si vergognano di esibire simboli religiosi in manifestazioni elettorali. E in nome di un paese che, con il suo 2,4 per mille, ha la percentuale più bassa di richiedenti asilo su mille abitanti tra tutti i paesi europei. Non ci interessano i cavilli avvocateschi che consentirebbero in alcuni così di derogare agli obblighi internazionali di accoglienza sanciti da trattati ai quali l'Italia ha aderito da decenni. Ci interessa che le persone siano messe al sicuro e che ad esse si applichino con umanità ed equità i criteri di selezione in vigore per i richiedenti asilo.
Ci interessa ancora di più che il nome degli italiani, che in trenta milioni sono stati emigranti e hanno riempito con il loro nome le tragedie del mare e del lavoro in tutto il mondo, non sia associato ad operazioni che scambiano persone e destini con trattative diplomatiche o, peggio ancora, con esibizioni muscolari. Il problema degli immigrati è certamente il maggior fattore di tensione nei rapporti comunitari e lo si affronti con la necessaria fermezza con i nostri partner. Non mettendo in gioco, tuttavia, vite umane, ma, allo stesso tempo, perseguendo la linea di freno e controllo nei luoghi di partenza, già adottata dal governo Gentiloni e dal ministro Minniti, con risultati obiettivamente significativi".