Roma, 27 feb. - "Il Decreto su reddito e pensione di cittadinanza penalizza fortemente gli italiani all'estero, escludendoli da quasi tutti i benefici introdotti. Non sappiamo se il Governo abbia intenzionalmente progettato una tale ingiustizia, oppure se si tratti di una grave dimenticanza. Di certo è assordante il silenzio dei parlamentari eletti all'estero di Lega, 5 stelle e MAIE, oltre che del Sottosegretario con delega per gli italiani all'estero, Ricardo Merlo. Il provvedimento prevede infatti diverse iniquità per gli italiani nel mondo. Innanzitutto l'esclusione dal reddito di cittadinanza di quei connazionali, soprattutto giovani, che, dopo un periodo di residenza regolare all'estero, decidono di rientrare in Italia ma non possono far valere il requisito dei due anni di residenza in Italia immediatamente prima della presentazione della domanda.

Inoltre si prevede l'esclusione dei pensionati residenti all'estero dall'aumento della pensione minima a 780 euro sempre a causa dello stesso requisito della residenza in Italia. Infine è prevista l'incumulabilità tra "Quota 100" e ulteriori redditi da lavoro. Una particolarità che esclude dal diritto alla pensione anticipata la stragrande maggioranza degli italiani residenti all'estero ai quali non conviene cessare l'attività lavorativa solo per ottenere un modesto "pro-rata" di pensione italiana. Come Partito democratico abbiamo presentato una serie di emendamenti nelle commissioni competenti del Senato per consentire anche ai nostri connazionali residenti all'estero di beneficiare delle prestazioni introdotte dal Decreto, ma sono stati tutti respinti dal Governo. Riproveremo alla Camera a modificare il Decreto su Reddito e Pensione di cittadinanza al fine di ripristinare equità e dignità del mondo dell'emigrazione. Con l'auspicio che il Governo mostri un barlume di sensibilità".