Roma, 9 lug. - "Da sostegno per i più meritevoli, a regalo per i più ricchi. Ecco come Lega e 5stelle hanno trasformato la nostra proposta Pd sul Controesodo. Avevamo salutato con favore la loro scelta di rinnovare gli incentivi già varati dai precedenti esecutivi Renzi e Gentiloni. Peccato che siano riusciti a cambiare in negativo anche l'unico aspetto positivo del loro decreto crescita". È quanto dichiara la Senatrice Pd Laura Garavini, Vicepresidente Commissione Difesa. "Questa maggioranza ha preso i bonus fiscali pensati dal Governo Pd per agevolare il rientro dei cervelli in fuga e li ha trasformati in un regalo per giocatori di calcio e benestanti in cerca di paradisi fiscali. Grazie all'incentivo riservato agli sportivi professionisti, infatti, potranno usufruire degli sconti anche i calciatori multimilionari - che semmai dovrebbero pagare più tasse, non di meno.
"Non solo vengono destinate risorse a chi non ne ha bisogno. Ma si crea anche una disparità di trattamento tra coloro che rientrano. Da un lato vedremo i paperoni dei club calcistici, che sono stati all'estero appena due anni, pagare l'Irpef solamente sul 50 per cento dei loro redditi per un intero quinquennio. E dall'altro ricercatori, medici e scienziati sui quali lo stato ha investito almeno 180mila euro di formazione - tanto costa un laureato all'Italia - che rientrano con l'imponibile tassato al 30 per cento. Uno sconto fiscale senza dubbio vantaggioso, ma calcolato su un lordo fortemente inferiore a quello di un calciatore di grido".
"Senza considerare la vera e propria beffa ai danni di chi è rientrato prima del 1 luglio e che non potrà accedere alle agevolazioni. Il controesodo così come è stato pensato dall'attuale Governo crea impatriati di serie A e di serie B. Non sostiene le giovani generazioni. Né favorisce la permanenza di chi rientra. Si stima che il 25 per cento dei beneficiari lascerà l'Italia, una volta terminate le agevolazioni. Questo perché il nostro fisco ordinario è nettamente meno vantaggioso rispetto a quello estero. Così come le retribuzioni proposte".
"È importante, invece, fare in maniera tale che chi torna, poi, resti. Ed è giusto trattare i cosiddetti 'cervelli in fuga' come una categoria speciale. Non basta la possibile proroga di ulteriori cinque anni, dopo il quinquennio iniziale. È più utile invece prevedere un regime fiscale speciale che duri nel tempo. Soprattutto per chi fa ricerca e innovazione. Altrimenti queste nostre eccellenze continueranno a partire. A discapito del nostro Paese".