Roma, 13 dic. - "Il risultato in Gran Bretagna è una ferita per chi crede in un'Europa libera e senza confini. Ma soprattutto è un monito per noi europei. Dal precipitare della Gran Bretagna verso la Brexit riceviamo almeno due messaggi. Il primo è che, a sottovalutare i nazionalismi e le suggestioni delle destre, si finisce per essere schiacciati dai populisti. E le conseguenze sono quelle che vediamo Oltremanica. Il secondo monito viene direttamente dal tracollo del Labour. La caduta di Corbyn, salutato come un Messia da una parte della sinistra, dimostra quanto sia in realtà miope la visione dei teorici del ritorno a una sinistra dura e pura. Perché le classi sociali alle quali si rivolge sono cambiate". "È necessario avviare una fase di profonde riforme progressiste. Finché una parte della sinistra continuerà a negare questa necessità, non riusciremo ad arginare la deriva dei populisti. Nè in Gran Bretagna, nè in tutta Europa".
È quanto dichiara la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente vicaria Gruppo Italia Viva-Psi.
"Bene le rassicurazioni del premier Conte per i nostri connazionali in Uk. E confidiamo nella tutela nei loro confronti espressa dal capo-negoziatore, Michel Barnier. Ma è tanta la preoccupazione. Perché lo stesso Boris Johnson ha dichiarato apertamente che i cittadini europei non sono a casa loro in Inghilterra. Una deriva allarmante. Contro la quale è urgente prevedere misure a loro sostegno. Affinché si difendano i diritti dei nostri connazionali che da anni vivono in Gran Bretagna. Come pure i diritti delle tante nostre aziende che lì esportano ed operano". "La Brexit produrrà inevitabilmente conseguenze economiche anche per l'Italia. Anche alla luce dei danni commerciali, è ancora più grave che i sovranisti di casa nostra cantino vittoria. Come se l'uscita del Regno Unito fosse una buona notizia. Salvini e Meloni dovrebbero uscire dai social e fare un giro nel Paese reale. Magari parlando con chi ha figli emigrati in Inghilterra. O con quei produttori veneti che esportano prosecco a Londra, e che ora temono per il ritorno dei dazi ed il probabile crollo dell'export. Se questa è la loro idea del 'prima gli italiani' - conclude la senatrice -, sono certa che gli italiani ne possono fare volentieri a meno".