Roma, 3 apr. – “L’allarme lanciato dal Procuratore nazionale Antimafia, Cafiero de Raho, sui movimenti delle mafie per sfruttare questa fase di crisi ed infiltrare ancora di più la nostra economia, va preso sul serio. La storia ci insegna che là dove vengono stanziate ingenti risorse pubbliche, le mafie si organizzano per trarne al massimo profitto. Ricordo due esempi, legati a grandi interventi emergenziali. Da un lato l’approccio tenuto in Germania durante la fase della riunificazione, successiva alla caduta del muro. Per anni non sono state alzate le barriere necessarie contro i capitali sporchi pensando di poter rilanciare più in fretta l’economia dell’Est. Il risultato è stata una presenza molto più forte delle mafie, con imprese solo apparentemente pulite. E c’è stato bisogno della strage di Duisburg affinché la Germania invertisse la rotta e mettesse in campo nuove risorse giuridiche e materiali per contrastare le mafia”.
“Il secondo esempio è invece un modello italiano. Che ha funzionato: quello adottato per EXPO 2015. Dopo le prime infiltrazioni ed i primi casi di corruzione, scoperti e perseguiti, anziché fermare tutto o mettere regole che avrebbero potuto causare ritardi, il Governo Renzi rilanciò l’ANAC e nominò Raffaele Cantone. L’ANAC usò per l’EXPO la vigilanza collaborativa, facendo un’analisi preventiva degli appalti, affiancata dalla struttura di prevenzione realizzata dal Ministero dell’Interno e dalla DIA sul modello del terremoto. Il risultato fu una manifestazione di grande successo, investimenti fatti bene, quasi nessuna vicenda di infiltrazione mafiosa nelle opere gestite dal Governo Italiano”.
“Io credo che per far ripartire il Paese si debba seguire questa seconda strada, quella adottata a suo tempo per l’EXPO: regole semplici, interventi di filtraggio preventivo, e applicazione seria di tutte le altre misure di prevenzione antimafia in atto. Se si dovesse commettere l’errore di lasciare che capitali mafiosi e criminali alla ripresa circolino liberi nella nostra economia, il contrasto a posteriori delle mafie non sarebbe difficile. Sarebbe impossibile”. Lo dichiara Laura Garavini, Presidente della Commissione Difesa del Senato.