La senatrice presentando un'interrogazione parlamentare sul contributo di accesso a Venezia
Roma, 14 set. – "Non é ammissibile dovere pagare una tassa per potersi recare alle urne, per rendere visita a un parente in città o per potersi raccogliere sulla tomba dei propri cari al cimitero. La decisione della città di Venezia di chiedere un contributo di accesso ai veneziani residenti all'estero e ai loro familiari a partire dal prossimo 1 gennaio é incostituzionale. Là dove prevede tasse sul rientro, per motivi elettorali". Lo dichiara la senatrice Laura Garavini che, con un'interrogazione parlamentare, chiama in causa il Ministero dell'Interno, per tutelare i diritti fondamentali di cittadini che, pur vivendo in altri Paesi, hanno ancora legami con la città. "Gli iscritti all'Aire del Comune di Venezia, che non si trovino in una delle fattispecie di esenzione o esclusione del contributo di accesso, dovrebbero pagare una tassa per recarsi alle urne ed esercitare il diritto di voto - sottolinea Garavini -. Si tratterebbe di una violazione dell'art. 48 della Costituzione italiana che prevede che 'il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge'.
"Anche se il regolamento del Comune di Venezia prevede esclusioni ed esenzioni al contributo di accesso, non si è tenuto conto dei 17mila veneziani residenti all'estero e delle loro famiglie, senza contare chi risiede fuori Regione. Rendere visita ai propri parenti a Venezia o recarsi sulla tomba dei propri cari al cimitero di San Michele o in quello del Lido, comporterebbe, in alcuni casi, il pagamento di una tassa che può arrivare anche a dieci euro al giorno, a seconda del periodo dell'anno". "In base a quanto deliberato, per assurdo, un veneziano residente all'estero ed in visita a parenti in città – spiega Garavini – non dovrebbe pagare alcuna tassa. La dovrebbero pagare invece i suoi figli e i suoi nipoti che lo accompagnano: il Comune di Venezia li considera infatti 'turisti'. Quando anche i parenti non ci saranno più, il veneziano all'estero diventerà anche lui 'turista' e dovrà pagare una tassa per entrare in città. Una situazione illogica. E ingiusta nei confronti di chi mantiene saldo il legame con la propria terra di origine, tramandandolo ai propri discendenti".